Sicurezza alimentare
L’obiettivo primario che cerco di far raggiungere ai miei pazienti è il benessere e per ottenere questo è necessario avere un valido stile di vita, un’alimentazione corretta e “mangiare in sicurezza”.
Per chiarire quest’ultimo termine, che sta entrando in modo sempre più prepotente nella nostra quotidianità, ho deciso di dedicargli una sezione apposita, dove fare chiarezza.
La sicurezza alimentare è intesa come la possibilità di garantire in modo costante e generalizzato acqua ed alimenti per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l’organismo necessita per la sopravvivenza e la vita, in adeguate condizioni igieniche. La definizione corretta e comunemente accettata è quella elaborata nel 1996 durante il World Food Summit secondo la quale essa descrive una situazione in cui: “tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti che garantiscano le loro necessità e preferenze alimentari per condurre una vita attiva e sana” (FAO, 1996).
Da un punto di vista strettamente sanitario la sicurezza alimentare è estesa anche alla sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti e dei mangimi.
In ultima analisi, analizzando il termine dal punto di vista economico-sociale per sicurezza alimentare si intendono primariamente le misure che assicurano la copertura delle esigenze delle popolazioni da un raccolto all’altro, con un sufficiente livello di scorte per le evenienze negative.
Dunque la sicrezza alimentare considera primariamente la qualità di un alimento sotto il profilo igienico e sanitario (Food Safety).
Spetta agli operatori del settore alimentare e dei mangimi garantire che nelle imprese da essi controllate gli alimenti o i mangimi soddisfino le disposizioni della legislazione alimentare inerenti alle loro attività in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione e verificare che tali disposizioni siano soddisfatte (art. 17 reg. CE n. 178/2002 ).
Per raggiungere questo l’obiettivo “alimento sicuro” ci si avvale di molteplici mezzi; infatti la legislazione alimentare prevede che gli operatori predispongano ed attuino adeguate procedure operative dando la possibilità di avvalersi anche di appositi manuali redatti su base volontaria.
Tra le procedure obbligatorie vi sono quelle basate sul sistema HACCP (art. 5 del reg CE n. 852/2004 e succ. mod.). Tali procedure, opportunamente adattate si applicano anche alla produzione primaria (cioè agricola) e risulta più “flessibile” nell’applicazione alle piccole imprese.
Altre procedure e/o manuali sono adottati dalle imprese alimentari su base volontaria, tra le quali molte sono state riassunte e codificate nello Standard ISO 22000 che norma, tra l’altro, anche la rintracciabilità nelle filiere agroalimentari.
I controlli ufficiali per verificare il rispetto della normativa in materia di sicurezza alimentare sono eseguiti dall’Autorità competente che ha anche il potere di adottare tutti i provvedimenti per tutelare la Salute Pubblica (reg CE n. 882/2004 e succ. modifiche).
Normativa comunitaria Pacchetto igiene:
Normativa comunitaria Pacchetto igiene:
- regolamento CE n. 178 del 28 gennaio 2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare;
- regolamento CE n. 852 del 24 aprile 2004 sull’igiene dei prodotti alimentari;
- regolamento CE n. 853 del 24 aprile 2004 che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale;
- regolamento CE n. 854 del 29 aprile 2004 che stabilisce norme specifiche per l’organizzazione di controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano;
- regolamento CE n. 882 del 29 aprile 2004 relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali. (Fonte salute.gov.it)